Diego Armando Maradona, ovvero la retorica della mediocrità contro l’eccellenza.

Perfettamente in linea con questo periodo folle, non si ferma l’odio e la critica feroce.
“Maradona non era un esempio”, “Si drogava”, “Come uomo faceva schifo”, “Il calcio è un’arma di distrazione di massa”, “Ci sono cose più serie”, “Panem et circensem”, “Un medico vale più di un calciatore”, “Avete rotto il cazzo con Maradona”.
Devo dire che me lo aspettavo, perché alla follia – vestita di pruriginoso buonsenso- non c’è cura , né riparo.
Partiamo con ordine: se davvero qualcuno pensa che un calciatore, una rockstar, un attore, un musicista, o un qualsiasi altro personaggio pubblico debba essere un esempio per lui, per i suoi figli, o per i suoi nipoti, avrei da dirgli questo:
Ehi amico/a, possibile tu non abbia ancora capito una minchia?
E sei pure grandicello,  cazzo.
Della rockstar mi interessa la sua arte, il mondo in cui canta, le emozioni che trasmette, non mi interessa se abbia l’amante, se sia gay, se si droghi o se il suo colesterolo punti alle stelle ,  rientra nel meraviglioso perimetro degli stracazzi suoi.
L’unico esempio che veramente avresti dovuto seguire, sono i tuoi genitori. Sempre se non sono come te , ma ne dubito.
Rinfacciare una dipendenza, una debolezza o una fragilità a qualcuno, è vergognoso.

Se veramente avessi letto qualche libro sull’argomento, sapresti realmente cosa si nasconde dietro il concetto di dipendenza.
Quindi, prima di parlare,  pensaci due volte.
Il voler continuamente ergersi al di sopra di tutto e tutti, passare al microscopio la vita e gli errori altrui, è da miserabili, da persone da 4 soldi.
Se odi il calcio, invece, ho da dirti un’altra cosa: amico/a, ti sei accorto che odi un gioco? Ma perché non ti fai curare?
Ti chiedo scusa se da bambino eri una schiappa, se non ti abbiamo mai chiamato per giocare insieme, facendoti sentire solo.
Ma, come per i giudizi, non valevi nulla e non eri buono nemmeno per fare l’arbitro o il palo della porta.

Che colpa ne  abbiamo noi?.

“Meglio un medico che Maradona?”

Ma dici davéro o  sei in preda all’alcol? Alla tua età, possibile che tu non abbia ancora capito il concetto di unicità?

Quanti medici ci su nel tuo condomino? 17/18?

Quanti Maradona? Bravo, adesso ci sei arrivato, minchione! Zero.

A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.

La selezione che fa un calciatore per arrivare (neanche lontanamente) al livello di Diego Armando Maradona è 300.000 volte più difficile, ardua e complicata della migliore delle facoltà esistenti al mondo.

E questo non vi va giù, l’ho capito.

Paparino ti ha detto che vale di più un architetto o un notaio?
Evidentemente era un folle – sempre rivestito di quell’odioso apparente buonsenso- come te.
Ti ripeto ancora: quanti medici in un condominio? 17. Quanti Maradona? Sì, sempre zero. Ci sei arrivato, sì? Non credo.
“Ci sono cose più serie del calcio?”. Ma veramente? Ma sei un genio! Lo sappiamo tutti.

E grazie a Dio, aggiungo.

Nel frattempo che tu cerchi di dire al mondo come risolvere una pandemia sui social, noi celebriamo un campione.

E poi chi dice che bisogna parlare sempre di cose serie?
Ohi “pesantoni”,  criticoni ed infelici che non siete altro.
Vomitate odio in faccia a chiunque e a qualsiasi cosa, solo per andare controcorrente, sentirvi migliori e credervi persone più competenti ed importanti.
Invece vi dico che figura fate?

Ve lo dico?

Da analfabeti.

E solo chi è intelligente lo capisce bene. Pasolini, la mente più brillante del ‘900 italiano, amava il calcio.
Ma tu lo sai quanto cazzo ce ne  frega  a noi che non lo ami tu?
Voi e la vostra stupida retorica, il vostro essere benpensanti, la vostra banalità e superficialità con la quale giudicate le altre vite, il vostro continuo dire agli altri in che modo dovrebbero vivere, la vostra educazione di merda piccolo borghese, i vostri valori del cazzo, da arrampicatori sociali, per passare su tutto e tutti per un posto da dirigente o per compiacere il capetto di turno, siete sempre pronti a puntare il dito verso qualcuno per sentirvi migliori, più realizzati ed importanti.

Ve lo dico chiaro: il vostro modo di essere mi fa vomitare.
Siete tutto quello che non vorrei mai diventasse una persona.
Non vi abbiamo mai “cagato” di striscio da ragazzini, non dovremmo farlo anche oggi.
Ma quando è troppo è troppo.

Ah, dimenticavo: andate affanculo voi, medicina, ingegneria, il posto in banca, il non fumare, il non bere, non fare questo e quello, il vostro stare sempre sui binari.

P.S. Mi ero scordato il latino per darmi un tono.

Ubi maior, mammatam cessat.

Francesco Mollo

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