Donne tascabili: maneggiare con cura
L’antropologia parla chiaro: a monte di ogni penuria, giace un’esigenza uguale e contraria che bilancia con un eccesso. Che cazzo dico? Parlo come magno e riporto una serie di esempi palesemente esplicativi: pene piccolo/macchina grossa, tette mignon/culo megalopoli, maschio con personalità scadente/madre esaurita, femmina bassa/eye of the tiger mood.
Se esiste una verità incontrovertibile, quasi più attendibile del brufolazzo purulento in premestruo, è quella legata all’ultima evidenza. Ebbene, siori, esperienze dirette sul campo mi portano ad ostentare con virtuosa alterigia che le donne, quelle alte da un metro e una vigorsol fino a 3 max, sono le più micidiali. Si dà il caso che la sottoscritta sia un’accolita del club di Polly Pocket, causa dimensioni ridotte, e posso parlare con una precisa cognizione di causa. Mi dichiaro altresì ben predisposta a darvene prova spontanea se provate a farmi incazzare con sportiva attitudine. Non sono ammessi parastinchi, non sono per la violenza fisica, ma un abbonamento annuale per sedute psicologiche extra, sì.
E’ logica: se sei alta quanto la sputazza di un troll delle caverne, è tutto ridotto. Così, in proporzione, lo sarà anche il termometro indicante il limite dell’exploit della cosiddetta “raggia canina”. E allora, nella considerazione che voi infami watussi non possiate mettervi, in tutti i sensi, nei nostri panni, eccomi pronta ad elencarvi i traumi più insidiosi con i quali convivere vita natural durante.
A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.
–Gli scaffali alti al supermercato: il primo punto di questa escalation “simpy” è tanto reale quanto sputtanato. Due su tre, perché il sadismo da qualche parte si sfrega le mani come Bruno Vespa, il barattolo che ci serve ci guarda, dal penultimo ripiano, facendo “ha-ha” nello stile di Nelson de i Simpson. Individuata la preda, con il mento a nord e la capoccia a sud, il fuoco inizia a prendere possesso delle tue pupille. E così come faceva Mila Hazuki, affronti la situazione con dei salti da alzatrice di tutto rispetto. O, almeno, è quello che pensi tu. Fanculo se dall’esterno pari ‘na scimmia registrata nel tentativo primigenio di procacciarsi da vivere. Perché l’orgoglio è il tuo Dio e l’orgoglio sei tu. Solo dopo una buona mezz’ora di palle immaginarie respinte, alzi bandiera bianca. Paonazza in faccia, con tanto di ascelle pezzate, ti appropinqui con il fiatone e ti rivolgi ad un commesso: “Scusa, potresti prendermi il barattolo di cetriolini? Eh no perché sono furba, chiedo aiuto direttamente a chi di centimetri abbonda. Certo che fa caldo, in ‘sto supermercato!”
–Il quarto posto in macchina: tra le pene inferte a noi invisibili miniature, questa ha per me un peso speciale. Se uscite in una comitiva di 6 persone, auguratevi sempre di dover cenare in luoghi prossimi al vostro villaggio dei Puffi. In tal caso, insistete a costo di dover ripiegare sul pub lordo e bisunto a 500 metri da casa vostra. Meglio irrobustire i vostri anticorpi o affrontare un viaggio con le chiappe sulle ginocchia di qualche vostro/a amico/a? Perché quello sarà il vostro destino. “Ma sì, tanto tu vieni in braccio, è solo per un quarto d’ora. Quanto sei, sì e no, 20 kg?”, è con questa esilarante affermazione, che batte 10 a 0 la vena comica di una fistola sacro-coccigea, inizia ufficialmente il viaggio più rompicoglioni della serata. Ti ritrovi lì, su un grembo altrui come ‘na creatura, a cercare di scaricare il peso sulle ginocchia e sollevare al contempo il culo. Lo squat più lungo della tua vita che Jill Cooper levati dalle palle ora sennò ti trucido. E dopo aver raccolto più sudori che speranze, ad una certa, devi combattere pure con un’impellenza: che faccio? Gli piscio le gambe?
–I luoghi affollati: non esiste guerriero più preparato di una femmina petite, schiacciata in uno spazio riempito da una moltitudine di cristiani di tutte le stazze, di tutte le puzze. Sei tu, e nessun altro, portata a combattere per la tua sopravvivenza, pronta ad affinare la tua encomiabile capacità d’apnea. Se poi non sai manco nuotare, non c’entra un cazzo, non provare a cercare una fottuta attenuante! Imparerai. I tuoi polmoni faranno invidia a Rosolino. Più volte penserai di non farcela, di “fingere” uno svenimento realistico o, in extremis, di mollarne una per evacuare la zona. Ma la tua resistenza ha le sembianze di Rita Pavone vestita da Gianburrasca, simbolo di perseverante piattola ai maroni. I maroni a cui mirare, in questo caso, sono loro: quelli che ti mettono l’ascella in faccia o quelle che ti spintonano con un minnario da porto d’armi. Proverai a render loro la vita difficile, con occhiatacce fulminanti e borbottii cadenzati ogni 3 minuti esatti. La tua vittoria in un mezzo pubblico? Districarti, con discutibile grazia, dal Signor Moccio perpetuo e da Donna Scalogno, per fottere il posto ad una vecchia. “Troppo tardi, cocca, ci pensavi meglio prima di diventare decrepita”.
Quindi, rammentate tutti quanti, dopo avervi riportato la top 3 del vade mecum sulle angherie che si possono perpetrare ai danni delle donne chihuahua antropizzate, se volete conquistarne una fate attenzione: sono discepole di Ken il guerriero. Regola nr.1: non dite mai “sei una bambolina, scommetto che sei dolcissima” ad una di loro. L’unica cosa “dolce” che potrete vedere prima di soccombere, è il sorriso vendicativo sulle loro labbra.
Alessia
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