
EX: il percorso ascetico del maschio single
Uno status, esente dalla differenziazione di genere, nel quale abbiamo sguazzato quasi tutti noi anime erranti, alla ricerca di un nuovo animale da compagnia, è uno e trino: Ex.
Triplice nel suo valore semantico, il lemma in questione implicita la collaborazione inevitabile di 3 fasi distinte e consequenziali:
- tragica presa di coscienza e decadentismo quasi irreversibile
- ostentazione del suddetto status, livello: a perderci è stato lui/lei
- rinascita: ahahah, chi cazzo era?
Ed è qui che, avvolta dal momentaneo delirio di onnipotenza nel devolvere a voi le mie analisi, come se
fossi accompagnata dalla colonna sonora di Superquark, vorrei porre l’accento sulla singolare attitudine del maschio.
Costui, tardo per definizione nei più disparati ambiti considerabili, è in questa fase specifica del suo essere “ex” di qualche -allora- sfortunata, che eccelle in regressione. Così, degno competitor del miglior granchio in lizza per il titolo di maratoneta, l’esemplare medio del sesso forte procede al contrario.
Guai a non definirli originali, ‘sti sempliciotti!
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Appena mollati partono da una situazione post-traumatica che affonda le radici in un giubilo esasperato, tra un “Sasuelaaa” e un “my heart will go on”. Vanaglorioso del sobrio distacco raggiunto in tempi record, ritrova la spensieratezza nella terapia d’urto inneggiante al rutto libero, con gli amiconi di un tempo, quelli che aveva diligentemente accantonato da zitato sennò la fidanzata gli levava l’ingresso libero nella spelonca.
Imperturbabile nell’aver dimenticato Anna Laura, anzi no, Anna Maria, il nostro eroe non ricorderà più il
nome della sua precedente donna fatta di cellulite e ritenzione idrica, ma per qualche astruso motivo è
consapevole di quanto questa fosse profondamente inadatta ad affiancare ‘sto bel pezzo di Marco Antonio quale lui sia. Uno spirito avventuriero frenato, ora per fortuna libero di disperdere le tossine nocive accumulate dalla condizione di amante devoto -quasi esclusivamente- ad una e una sola vulva.
Ma, come ogni tragicommedia che si rispetti, a irrompere in questa toccante storia di riscatto personale è la consapevolezza; quella dell’impossibilità di essere sopportato, nonostante le magnificenze di cui dispone, da un essere femminile diverso da sua madre. Ed è in quel momento che, al culmine di un dramma similare ad un guasto sulla rete sintonizzata sulla squadra del cuore, l’aspirante super-uomo in procinto di imboccare il sentiero della poligamia occasionale, si arresta nel suo spensierato proposito. Per scelta.
Delle altre. Una battuta d’arresto angosciante che conduce lo sfortunato ominide dritto al punto 1: tristezza, per favore vai via. All’improvviso, la dolce Anna Maria Bruno, residente in via delle gardenie nr.5, con un’irresistibile buccia d’arancia sulle cosce e un capezzolo più grande dell’altro, sembra incarnare l’essere più ineguagliabile dell’intero universo.
E allora, con Laura Pausini che può accompagnare solo, vai di evocativi flash-back a rallenty e di lacrime
come se piovesse. Chiusi in stanza, nel rispetto di una virilità da difendere.
“Anto’, dai, esci. Ti faccio conoscere una, stasera!”
“Non lo so. E’ bona?”
“Sì, ha i capell..”
“No, basta, anche Anna Maria li avevaaaa!”
Alessia


















































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ahahaah! ce tocca a tutti…