Soda e Caustica. Il blog politically Incorrect

Femminismo e fanatismo

“Two gust is megl che one”

E’ immersa nel mood da mestruata che, con un motivo ulteriore per andare a briglie sciolte, mi trovo a sguazzare nel moto tempestoso di una riflessione che fa più brodo di un’ascella pezzata su un mezzo pubblico di qualsivoglia tipologia. Studi quantitativi, che di qualitativo hanno ben poco, mi hanno condotta alla nuda evidenza identificante una realtà inconfutabile: nell’era dell’internet, ostentare l’adesione ad una causa fa un po’ macho che sfoggia prepotentemente il pacco. Il fatto che il suddetto, poi, si riveli essere più ovatta che sostanza, è direttamente proporzionale alla fallacia del reale interessamento al principio così poco velatamente sputtanato.

Nel variegato e multiforme contenitore di cause per ogni occasione, ne spicca una vestita di rosa shocking: il femminismo.

Tanto edificante prima quanto calato nell’ipocrisia oggi, il movimento che ha ispirato un numero spropositato di donne degne del loro appellativo si è adattato ai tempi, cambiandosi i connotati e aggiungendo due belle stronzate al suo davanzale. Il risultato numero 1 di questa mastoplastica additiva è
quello che più nutre il mio giovane “vaffanculo” contribuendo alla crescita del suo primo dente da latte: la finta solidarietà.
Vivendo in una società che, tra i record che può vantare di possedere in successione, ci piazza sul cammino cadaveri di donne morte ammazzate, l’esibizione di un cordoglio post mortem sembra essere la migliore arma da sfoggiare. L’evidenza che tanti più sono i post di indignazione su faccialibro tanti più sono i “che troia quella, mamma mia”, alla prima passante gnocca che rientra nel campo visivo del proprio uomo, ha un non so che di implicita presa per i fondelli. Se non riuscite a concepire una sana ammirazione per il culo sodo di una povera crista, per quale astruso motivo dovrei credere al reale coinvolgimento emotivo per la dipartita indotta di una sfortunata che magari veniva apostrofata allo stesso modo dal suo inutile assassino?

Sono esagerata? Ma ‘sti cazzi!

Tra i misteri di Fatima, oltre ai canonici tre, suppongo ne esista un quarto che contenga la spiegazione in grado di illustrare il perché talune soggette dispensino, con tenacia, sinonimi di baldracca in giro. Si riconoscono subito, si ergono dall’alto della loro artefatta ritrosia a tutto ciò che possa
alludere lontanamente ad un coito. Scandalizzate, oltremodo sdegnate, fanno di una vita libera vissuta all’insegna di poche inibizioni, il materiale adatto ai loro più conditi pettegolezzi. Il fatto che siano, poi, segretamente appassionate della verga e ai modi più fantasiosi per adorarla, è quanto c’è di più esegetico al mondo. L’amore per mr. Grey ne è un esempio legittimo.

Le “femministe represse” vanno a braccetto con le “femministe matrici”. Le ultime, nella loro definizione, hanno il plus extra rappresentato dalla creatura che hanno messo al mondo. Madri integerrime e convinte di essere sempre, incessantemente nel giusto, dispongono di una visione femminista tale per cui nel loro status sono, intanto, l’espressione perfetta della donna completa. In secundis, qualsiasi umile parere tu esprima, sappi che “tu non capisci, non sei una mamma” e quindi statti cittu ca è meglio. E tu, esule dal pio fanatismo, ti limiti ad essere lungimirante. Perché? Nella luminosa speranza che questa forma mentis abbia delle pecche nel suo codice di trasmissibilità.

Signore, aggiriamo la fasulla adesione a principi sensati dal trascorso imponente. E’ più femminista mio nonno in procinto di contenere il suo dissenso per la mia inabilità in cucina. “E vabbè, tu ara studià!”

Alessia

VERITA’ PUTTANA.

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