I social ai tempi del COVID-19.
Si sa.
Siamo ufficialmente in pandemia.
E, inutile negarlo, ci caghiamo tutti un po’ sotto.
Chi più, chi meno, abbiamo iniziato a capire l’entità assolutamente seria del problema.
Ma – e qui sta il bello- ognuno lo esprime secondo le proprie inclinazioni.
E tutti – e con questa parola intendo nessuno esente- riversano frustrazioni, paure, elucubrazioni, congetture singolari, proclami, editti, insomma tutti vomitano ciò che hanno dentro e in maniera inesorabile, in modalità virtuale.
Ci sta.
Non sono tra quelli che stigmatizzano i social come male del mondo.
Effettivamente essi presentano degli aspetti negativi- tra i quali l’assoluta perdita di contatto umano – ma sono una quarantenne solitaria social addicted, pertanto vi risparmio la ramanzina ipocrita sul ritorno all’interazione genuina – sebbene auspicio condivisibile- perché io sono orgogliosamente non ipocrita.
Inoltre odio i pulpiti dai quali si elargiscono prediche.
E poi, sai che rottura di palle, affrontare una situazione di totale isolamento, senza l’ausilio di questi ultimi?
Diciamolo pure, se non ci fossero, soprattutto in questo momento storico, staremmo tutti a scazzare all’interno di disordini mentali.
Inoltre questa quarantena obbligata, ci costringe a stare con la parte più profonda di noi.
E quando inizi ad andare oltre la coltre –eh si -sono cazzi.
Incommensurabili casini.
Perché e evidente che la velocità della vita ci abbia anestetizzato il rapporto con il nostro io più recondito.
E -lasciatemelo dire -confrontarsi con “esso” è una delle cose più spaventose che si possano fare, perchè è come fronteggiare la legione stranieri della tua anima.
Sei all’angolo.
Non puoi raccontarti solo ciò che ti fa stare bene.
A volte, riesci ad affrontare questa voce interiore che non ti lascia scampo e che ti si manifesta come un grillo parlante votato ad esacerbare ricordi e rimpianti.
E quando succede, alla fine del percorso, nella quasi totalità dei casi ne esci diverso.
Aumenti lo spessore depauperando piccoli pezzettini di te.
Altre volte, semplicemente, trovi un modo per alleviare questo scontro speculare esprimendo in forma epistolare , queste pulsioni.
E quale luogo migliore se non Facebook, Instagram , Twitter e tutto il cucuzzaro della rete?
Davvero.
I luoghi virtuali oramai sono la cartina tornasole della società, ti fanno riflettere.
Personalmente, facendo anche io parte della pletora di individui che si espongono nella modalità 2.0 , ed essendo una di quelle che supera i problemi attraverso un mix di ironia , sarcasmo e schiettezza feroce ai limiti del cinismo – ma ahimè quella è una maschera, altrimenti nella vita molte cose mi sarebbero scivolate addosso invece di costringermi a notti insonni con occhi sbarrati direzionati al soffitto o nel cesso a leggere la posologia dei farmaci ( io sono una di quelle patologicamente orgogliose) – ho adorato osservare il comportamento dell’essere umano di fronte a quella che è una situazione di assoluta allerta e ancora una volta ci ricorda- scusate il francesismo- che siamo l’ultimo buco del culo del mondo.
Da ciò, permettetemi una lista semiseria, filtrata attraverso il mio modo- forse eccessivo- di guardare l’antropologia umana.
Vediamo.
Il Coronavirus ha risvegliato tutti gli animi e ha permesso che si rivelassero delle tendenze interessanti, ma anche molto spassose.
Una di queste, quella probabilmente più macroscopica, è che ciascuno si è riscoperto LUMINARE DI IMMUNOLOGIA.
Adesso, io capisco che il web ci abbia messo in mano un potente mezzo di informazione globale ma davvero l’esacerbazione di questo atteggiamento può essere ricondotta semplicemente a una dimensione caricaturale.
Cioè, non so se avete presente, ma ormai tanti piccoli Burioni – contrapposti alla fazione Gismondi ( la dottoressa del Sacco che bollò – non molto tempo fa- il coronavirus come una semplice influenza e insomma , mi sento di dire che così poi non si sia rivelato) – se ne dicono di santa ragione e disquisiscono di eziologia virale come se la materia fosse di loro competenza invadendo internet con la qualunque.
Articoli non letti e soprattutto non vagliati dalla componente critica che ciascuno dovrebbe avere come bagaglio personale , supposizioni prive di riscontro statistico, dissertazioni al limite della paranoia invadono letteralmente la home di ciascuno, presentandosi come un epifenomeno allo sbaraglio.
Come sottogruppo di questa macro-categoria, in pole position abbiamo le MAMME INFORMATE.
Anche qui, sicuramente io non sono madre e non posso capire la preoccupazione impetuosa nei confronti del benessere filiale, ma corporazioni di genitrici che dissertano sulla qualunque, generando immancabilmente panico, è quanto di più pericoloso possa essere concepito- e tramandato- da mente umana.
Perché di mamme pancine allo sbaraglio – tenendo presente che queste copulino per dovere- francamente ne abbiamo pieni i “maroni”.
Ma – a tal proposito- non ci aveva forse avvisato Umberto Eco- in un impietoso j’accuse premonitore- che gli imbecilli del paese avrebbero dettato legge – in quanto dotati di una curiosa virtù , e cioè scatenare un gigantesco effetto domino fungendo da transistor per altri idioti – sulle piattaforme social e virtuali , modalità assoluta della comunicazione odierna?
La risposta è presente a noi tutti.
A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.
Ma andiamo avanti nell’elenco.
Un’ulteriore fazione è quella dei cosiddetti INCOSCIENTI, ovvero personaggi, che dissimulano calma e tranquillità e – fottendosene delle regole elargite da un decreto che bolla inesorabilmente tutta l’Italia come zona rossa- continuano tranquillamente a prendere treni per ritornare nel paesello tra le gonne di mammà o – in alternativa- dichiarano alle telecamere di non poter rinunciare all’aperitivo perché a 25 anni “ non si può stare chiusi in casa”, che “ chiunque può dire il contrario, ma io me ne fotto altamente”.
Davvero, se non fosse per il mio estremo amore per la democrazia- che comunque, diciamocelo pure, presenta alcune falle perché si scambia la sacrosanta libertà personale con l’invasione della libertà altrui- invocherei la legge marziale per costoro.
Ma siccome non è possibile, mi limito a invocare una forma esclusivamente epistolare del Napalm.
Un po’ come una sorta di Marlon Brando nell’apocalisse dell’idiozia.
In opposizione ai menefreghisti, soprattutto Fb , ci regala un’ulteriore chicca: gli ALLARMISTI con punte di catastrofismo.
Per dircela brevemente, quelli che pensano che moriremo tutti da un momento all’altro e soprattutto scambiano un’epidemia con la carestia.
E si attaccano al cibo.
Svuotano scaffali interi al supermercato comprando quintali di farina e facendo scorte di alimenti che mai si sarebbero sognati di acquistare.
O , in alternativa, si assicurano quintali di mascherine in farmacia, privando gli altri del diritto di proteggersi.
Cioè, che cazzo fai?
Ti rendi conto che non siamo nella trama di “The Day After Tomorrow”, che i beni alimentari sono garantiti e che tu non sei la versione nostrana di Dennis Quaid?
Inoltre, cosa cazzo ci fai con 6741 mascherine che non indossi?
La risposta ai posteri.
Il disagio – però- imperversa attraverso diverse sfumature.
Soprattutto quello dei FAN DELLE CATENE A IMPRONTA RELIGIOSA.
Ovviamente la fede sarebbe ben accetta perché umana, ma cristo – scusami eh!- l’invio di messaggi di questo tipo con annessa benedizione dotata di gift , nasconde una patologia grave.
A maggior ragione se seguita da anatemi qualora uno dovesse decidere di perpetrare il grave affronto di interrompere queste gargantuesche minchiate.
Eddai, su.
Siete pari merito con quelli che hanno fatto dell’hastag #iorestoacasa# un mantra con cui scartavetrare i testicoli a tutti quelli che per ragioni assolutamente plausibili, sono costretti ad uscire per un motivo importante.
O- ancora- con i single che si fanno il selfie a casa con la mascherina ( a che cazzo serve?)quando in realtà praticano onanismo di ritorno da You Porn ( che ringrazia)
Ma l’apoteosi del no-sense- a mio avviso- la detengono coloro i quali potrebbero rientrare nella seguente denominazione: I CONTROLLORI.
E cioè, quelli che escono di casa per sincerarsi – scusate la tautologia imbarazzante- che gli altri siano nella propria dimora e che immediatamente dopo inveiscono sui social ammonendo il comportamento deglie eventuali rei “sgamati” perché a loro non la si fa. In questi casi, agli strali moralizzatori, seguono foto per riscontro affidabilità.
Cioè questi si sentono dirigenti della protezione civile con venature comportamentali afferenti alla calma di Vittorio Sgarbi che dibatte con Scanzi.
Poi ci sono io.
Io sono la dea dell’e-commerce.
Faccio parte della categoria degli ACQUISTATORI ON LINE.
Quelli che sperperano tutto comprando minchiate su internet ( ultimo acquisto pervenutomi ieri lo scrub labbra) e si danno ai tutorial sul make-up per fare le fighe e truccarsi – ovviamente senza la più remota ipotesi di un incontro galante -che al confronto Clio Make up scansati.
Nota seria a margine.
Personalmente non sento la paura- pur rispettando i dettami di sicurezza- e non perché sia una sorta di virago esente da emozioni, ma perché non poco tempo fa mi è stato detto di essere affetta da una malattia neurodegenerativa – nello specifico la sclerosi multipla- e questo mi ha fatto riconsiderare molte cose.
Non so se sia giusto o meno.
Ma quando ti passa un treno nello stomaco, o reagisci, o crolli, e io non mi posso permettere di crollare.
Perché amo la vita.
La amo talmente tanto che anche in queste situazioni, sola, lontana dagli affetti, mi sveglio e resto meravigliata costantemente dall’umanità.
Ce la faremo signori.
Ne sono sicura.
Adesso torno a fare la figa coi rossetti liquidi e il contouring.
Amazon ringrazia.
Valentina
Lucida e sarcastica come sempre. Mentre leggevo stavo morendo al solo pensiero di riscoprirmi in quella o quell’altra categoria ma per fortuna è andata bene….solo marginalmente mi sento di appartenere alla categoria dei “pseudo Borrelli” positivi e propositivi.
Sono dell’idea, anche, di dover controllare i “cazzari” così come i complottisti del web e spero di poter essere d’aiuto in questo
Momento critico. Mi perdoneranno i miei follower ma credo fortemente nel potere pedagogico dei social e così come
Umilmente mi rimetto al
Parere di esperti, illuminati, autorità democraticamente costituite o pennaioli forbiti ci sarà pur qualcuno che potrà imparare o scoprire notizie vere o qualche personalissimo e interessante spunto da
Me
Derivante.
Adesso mi rimetto alla tua penna e al tuo sarcasmo per essere ….profilato.
Grazie e ancora complimenti….la parte delle mammine pancine mifamore. 🌹