
La pruriginosa retorica del biasimo.
Uno degli assunti fondamentali riguardanti i social è che essi pullulano di una categoria ben definita: quella degli indignati. In Italia – è da dirlo- la vergogna è il sentimento al quale si fa appello costantemente.
Quella sorta di pass-partout rassicurante che è coccolato e avallato – trasversalmente- da chiunque interagisca nel web.
Il meccanismo è molto semplice.
Accade un fatto – di cronaca, politica o semplicemente quisquilie – e tutti si sentono legittimati a soddisfare questo bisogno incontrollato: il raptus dello sdegno.
No categorico a tutto ciò che abbia alla base un ragionamento raziocinante.
Un pistolotto di matrice moralistica, figlia del populismo più spietato – che in alcuni casi però, è da dire, corrisponde al vero in quanto decadimento totalizzante della realtà – che ti prende forma attraverso slogan demagogici o triviali insulti più cari all’hating.
E’ così.
L’utente medio è forcaiolo incallito, fiero assertore della gogna, scandalizzato per la qualunque e – idealmente- piazza la mano davanti alla bocca attraverso “ma dove siamo arrivati” vari e “non ho parole” eventuali che danzano come ipocriti tormentoni che fanno figo.
La Santa Inquisizione dei tempi moderni a suon di risentimento digitale che ormai, è costume accettato quasi completamente.
Essendo figlia del ragionamento in toto nell’hardware e dello slancio ribelle- nel software- verso qualsivoglia accettazione passiva delle cose e alla luce di un’analisi semiseria posso tranquillamente affermare – in una sorta di comportamento speculare- di avere un’allergia verso i suddetti ovvero un’abrasione di deretano, che è l’espressione più aulica per ammettere tranquillamente che mi brucia il culo- nonostante dovrebbe intervenire una più compassata pena- ogni qualvolta io legga di tali individui.
A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.
Ti sta piacendo questo articolo? Ti chiederei solo un piccolo favore in modo da ripagare il nostro lavoro. Ricambieresti con una semplice condivisione?
Davvero.
Napalm per costoro.
Per tutti quelli che intervengono a pene di segugio su discussioni di cui non sanno nulla o quasi e che vanno di frasi fatte invocando il pubblico ludibrio; per tutti i superficiali del globo che aguzzano l’attenzione sull’argomento trend e ripetono a pappagallo le espressioni sentite da altri ma che non hanno un minimo di cognizione di causa e per la meta-categoria degli indignati : quelli che ti devono dire come gestire la sofferenza dal loro pulpito morale del cazzo.
I leoni da tastiera che paventano personalità da brivido in gruppo ma poi li prendi singolarmente e sono la massima espressione dell’ignavia.Chissà Dante cosa avrebbe detto oggi di loro.
In definitiva tutti timorati di Dio eticamente infallibili che puntano il ditino spesso ai quali vorrei vedere l’ultima conversazione privata.
La stessa che mi fa dubitare del concetto di pollice opponibile.
Valentina






































































Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!