La single, per scelta altrui.

Non è infrequente incappare sui social in una figura che si presta ad una connotazione abbastanza dettagliata, sebbene presente in alcune temibili varianti, della propria natura.

La tipologia in questione è un mix di vizi e insicurezze croniche – apparentemente inspiegabili- sapientemente amalgamati in un essere che definire tedioso è dir poco.

Non avete la minima idea di che stia parlando?

Davvero?

Beh, non è difficile.

Perché se vi dicessi che – arbitrariamente- tale creatura si erga su un piedistallo in maniera anche abbastanza massiccia, allora avreste esattamente la contezza dell’indole a cui io mi riferisco: la “single” per scelta altrui.

Siate sinceri.

Non è mai apparso sulla vostra home il pippone contro la qualunque con la sola, unica, prepotente costante dell’egocentrismo più granitico unito alla quintessenza di una mediocre banalità vestita da monito morale?

Io penso di sì.

Vediamo un po’, la tizia in questione- ultratrentenne assolutamente in tiro-  in poche parole si può ricondurre al seguente concetto: è una gargantuesca rottura di coglioni.

Qualsiasi cosa dica, a qualsiasi cosa si riferisca lei ti assale col predicozzo barra lamentela in cui lancia strali – palesemente- su chi non se l’è cagata come sperato e come arbitrariamente stabilito da un’avvenenza comunque indubbia.

E’ pesante come un piombo e tediosa come la visione della “corazzata Potemkin”.

Praticamente, un essere di sesso maschile, dopo una serata con lei, rientra a casa con un’orchite di dimensioni bibliche.

Chiunque le si avvicini potrebbe morire di spasmi cerebrali per l’eloquio molesto dovuto a una combinazione di logorrea mista a insoddisfazione malcelata.

Ella si destreggia bene nella parte della vittima troppo buona, troppo disponibile, che viene costantemente delusa dalla “gente” malvagia e approfrittatrice.

Pratica esponente di un concetto manicheo,  quello degli opposti giocati rigorosamente in chiave moralistica, assurge al compito di paladina della rivelazione riguardo sbagliato e giusto che in un afflato classificante discerne ciò che non va bene da ciò che invece potrebbe.

A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.

Si sente moralmente superiore.

Finge umiltà ma è consapevole di avere un bell’aspetto e per questo motivo vorrebbe trattata come una dea ma di fatto è talmente tanto sfilaccia scroto che non ha il riscontro che si aspetterebbe.

Pubblica scarpette rosse in pieno stile neofemminista ma di fatto poi, nello specifico è l’apoteosi della misoginia.

Per lei tutte le vagina munite sono troie, delle potenziali rovina famiglie, soprattutto se giovanissime che osano – e direi io giustamente- abbigliarsi in maniera ritenuta eccessiva-  solo per i suoi standard-  e, in un tripudio di forzata auge dell’oscurantismo più elevato, atta – secondo il suo Q.I da brivido- esclusivamente a provocare il povero maschio che – quasi alla stregua di un decerebrato- inciampa in qualsiasi apparato genitale femminile non volendo.

Si definisce – attraverso un compiacimento malcelato- una persona profonda, in opposizione a tutte le “donnette” – parole sue- che la circondano.

Signori, davvero.

Che cazzo significa profonda?

Ovvio dove si voglia andare a parare, ma esiste qualcosa di più insignificante che l’autocelebrazione sulla profondità?

Proprio per questa virtù, quasi tutti i maschi sono stronzi e puttanieri alla ricerca di incontri facili ma soprattutto – a causa di qualche morto di figa disperato che si è lanciato in apprezzamenti eccessivi nei suoi confronti- tutti ci provano con lei, la quale- in maniera nemmeno così criptica, lancia anatemi contro costoro tacciandoli di superficialità.

Certo, perché se malauguratamente qualcuno incrocia il suo sguardo ci sta provando , cosa che gradirebbe  tanto  ma non ha il coraggio di dire.

E’ la tipica ipocrita pronta a indicare con l’indice inquisitore tutto ciò che va oltre la sua modesta portata cerebrale giustificando tale grettezza con una declamata intenzione di un ritorno a uno “stavamo meglio quando stavamo peggio” di stampo etico.

Da qui tutta una serie di espressioni trite e ritrite, frasi fatte, pubblicazione di link per minus in cui troneggiano figure di  pantere.

E’ bigotta, banale, tendente al mediocre , contorniata da amiche che la assecondano in tutto  invece di corcarla di cazzotti- e che le scrivono “hai ragione” sui social riguardo a qualsiasi stato echeggiante saggezza retrò-   arrabbiata col mondo perché non raggiunge il suo traguardo- che è quello di sistemarsi- dissimulante menefreghismo quando in realtà ingoia quintali di bile.

Si promuove paladina di tutto ciò che è naturale – salvo poi usare tanti di quei filtri da sembrare finta – urlando al pericolo odierno dei social che ci avviluppano in un’alienazione umana preoccupante.

Peccato lo  faccia usando la virtualità.

Insomma , un poliedrico esempio di contraddizione mista a voglia di apparire celata da perbenismo.

Beh, un consiglio.

Levate la maschera.

Perché nei vostri pensieri più reconditi siamo consapevoli che non ammettereste mai di voler essere sculacciate da Rocco.

Valentina

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