
Le FIGHE ODIERNE
Sono imperiali. Ne sono consapevoli e te lo sbattono in faccia ogni nanosecondo. Diversamente dalle belle, non sono naturali. Perché essere figa è un atteggiamento. E’ costruito.
Dalla palestra all’alimentazione, al selfie con muso a pertugio di gallina all’atteggiamento finto naturale. Quello dello scatto su Instagram in cui tutto vuol apparire talmente casuale da essere perciò ineluttabilmente studiato. Promotrici di hashtag sfilaccia scroto triti e ritriti in cui la parola “love” appare in ogni salsa, sempre impegnate a fotografarsi e assolutamente interessate a passare in rassegna l’enfatizzazione di una vita piena, laddove le immagini riempiono chiaramente un vuoto e sono rigorosamente costituite perlopiù dal seguente schema, ovvero:
- Gambe a hot dog per mostrare che se la stanno rigorosamente spassando alle Seychelles quando in realtà sono a Fregene o ai cancelli di Ostia.
- Il finto selfie casuale – con variante nel cesso- dove ogni cosa è studiata per mettere in risalto la
bellezza. Con la scusa del buonumore piazzano curve da paura e sono consapevoli di smuovere
testosterone, anche quello di poveri cristi che friendzonano senza pietà perché considerati non
all’altezza dei loro standard – che a volte, è da dire senza voler fare troppi clichet- sono
esclusivamente votati allo status sociale. - La foto alla manicure. Una moltitudine di stelline, cuoricini, brillantini e veri e propri disegni a mano libera assolutamente anti erezione.
- La foto all’animale di rappresentanza- cane o gatto che sia- perlopiù cucciolo che è costretto in una posizione in cui non vuole stare ma acchiappa inevitabilmente like.
- La foto in palestra. Rigorosamente impeccabili. Con il make-up a posto e l’aria rilassata. E lì scatta
l’invidia da parte tua perché non so voi ma io quando vado in palestra ho l’espressione stravolta,
sono sudata come un pescatore di Vibo Valentia dopo aver raccolto il palamito e non ho il
coordinato da esibire fieramente ma la prima cosa utile che mi è venuta in mano.
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Ultima ma non meno importante è la foto pseudo originale a un dettaglio, tipo un occhio o le labbra o una parte della testa o anche a un particolare della scrivania che suggerisce un lavoro figo con tanto di
meganome anglosassone quando in realtà sono le assistenti schiave di una tizia che nonostante la
menopausa ha in circolo una quantità di progesterone di una primipara e che per questo è mestruata –
quindi isterica- inside.
Insomma le strafighe sono social e disinibite, fanno l’occhiolino alla Ferragni (e fanno bene perché è una
figa con la variante di un fatturato milionario, quindi anche dotata di un cervello e di una personalità), sono ambasciatrici dei filtri e con una simil Speedy Louis Vuitton per ogni evenienza. Ti fanno il resoconto della giornata h24 e si mostrano imbronciate. La cosiddetta duckface che a un normodotato cerebrale un po’ provoca un collasso dei genitali. Con caduta immediata dello scroto. Perché nulla come la falsa apparente mancanza di consapevolezza – in realtà malcelato tentativo di ciò- della pseudo Lolita fa crollare il testosterone. Ma la bellezza a volte è così estrema da poterselo permettere. Diciamolo senza falsi moralismi.
Ci rode il culo ma è così.
Il problema è quando vogliono di più poiché perfettamente consapevoli che comunque un organismo
monocellulare alla lunga prosciughi la libido. Allora si danno un tono con la citazione trasgressiva di
Bukowsky piazzata su foto in posizione ginecologica per aggiungere un pizzico di intellettualismo virtuale. Al quale non crede nessuno per una semplicissima ragione: non c’è mistificazione più grande di quella che vuole celarsi attraverso la giustificazione. Excusatio non petita accusatio manifesta dicevano gli antichi. E si sa, loro non erano proprio dei fessi.
Le fighe odierne sono la versione tracotante delle loro madri, sono dotate di culi da National Geographic, te lo esibiscono fieramente- e fanno benissimo perché se io ne fossi proprietaria lo mostrerei al globo- ma poi dimostrano di essere le prime insicure perché hanno bisogno di argomentarlo con l’intelligenza.
Ma chi ha cervello, si sa, non deve dimostrare un cazzo a nessuno. Se ne fotte altamente.
Così come se ne fotte di postare foto di pranzi luculliani in pieno stile food porn per occultare le 800 kcal effettive ingurgitate dopo ore di palestra.
E se ne fotte del like di maschi che sbavano su cotanto bendidio di propria appartenenza mistificandolo
attraverso l’attestazione di simpatia.
Non per un discorso morale ma per onestà intellettuale.
Un gran culo è un gran culo. Punto. Non lo si deve ammantare di una patente di legittimità. Se poi c’è altro bene.
Ma non lo si deve giustificare con l’intellettualismo di ritorno.
Altrimenti provoca la stessa libido delle aspiranti Miss che auspicano la pace nel mondo.
Valentina


















































Il profilo condiviso: disagi fantastici e dove trovarli



















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Scrivi molto bene. Creativa! Brava
ahaha! dal Vangelo secondo Valentina…mi permetto di aggiungere, filtri e inquadrature fanno miracoli…tutte bone, minne e culo su instagram…..omologate ma da copertina…