
Lesbicometro: donne e capelli corti
Se Jovanotti, con ammirevole intrepidezza, affermava di avere le “tafche piene di faffi”, è con altrettanto coraggio che si dovrebbe riconoscere che noi, non solo nelle tasche, abbiamo tanti di quelli stereotipi da poterci tappare i buchi di tutti gli slip forati dall’aerofagia maschile. Ohibò, sono inconsapevolmente incappata nel primo preconcetto: gli uomini scorreggiano e le donne no. A malapena defecano per garantirsi la sopravvivenza. Forse. In teoria. Sicuramente in quella teoria ricavata dal lavoro certosino di schiere di volenterosi scribi maschi, motivati nell’imperituro intento di preservazione -perpetrato nelle ere geologiche- che guai a insozzarlo con volgari e ignobili insinuazioni flatulente.
Eppure, lungi dal voler alimentare il mio infido spirito da inguaribile guastafeste, per quanto trovi oltremodo esilarante- nel suo essere fantasy- la tradizione atavica della donna angelicata, sento l’impellenza di confessarvi che caghiamo anche noi. Alcune, le più sagge, hanno addirittura conferito all’atto un peso di ragguardevole saggezza. Certe riflessioni sul cesso che non ve lo dico proprio; mi basta sapere che al primo peto della vostra compagna a letto, durante la fase rem, rimanete scioccati manco v’avessero sganciato ‘na bomba a sorpresa come in quel di Hiroshima e Nagasaki.
Partendo dal legittimo presupposto che “i gusti so gusti”, non mi è mai pervenuto altro esempio di sodalizio più unanime. Tranne quando, con inconfondibile espressione da pirla, vi ritrovate a decantare il verso più famoso della storia- secondo solo a “nel mezzo del cammin di nostra vita”- quello che fa “ma gli uomini so cacciatori e le donne zoccole”. Quanta incontenibile tenerezza. Quasi mi sale l’istinto materno, quello da punizione però, modello tata Lucia, in un angolo per 30 minuti. Faccia al muro. Con un palo appuntito in direzione dello sfintere anale.
Statistiche condotte magistralmente sul campo mi hanno portata davanti alla verità: gli uomini, di qualsiasi età, religione, orientamento politico, team Holly o Mark Lenders, i capelli corti in una donna li schifano e li odiano. Bleah. Le 2 ragioni più gettonate, decantate con narici allargate e petto in fuori, sono le seguenti:
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–“non sono sensuali”; escludendo magari i casi limite come le suffraggette di Gianna Nannini e i ricettacoli ambulanti di testosterone che possono fare impallidire anche i peni dotati più virili, nascosti sotto una coltre di irta peluria, sto ancora cercando di individuare la corrispondenza capello-femminilità. E no perché vi lamentate pure sotto foto di fighe atomiche che starebbero bene pure pelate, io l’ho visto, e vi improvvisate Federico Fashion Style de “Il salone delle meraviglie” su Real Time. I più frequenti sono “e no, coi capelli corti no. Quando li fai ricrescere?” o l’emoticon del pollice verso come commento esplicativo, a metà tra l’imperatore Commodo e una marmocchia imbronciata di 3 anni con il moccio al naso. Come se qualcuno ve lo avesse chiesto, poi. Vi svelo un segreto: lunghi o corti, quella tetta la potete palpare solo nei vostri “sweet dreams”.
–“mi sanno di lesbiche/secondo me è lesbica”; BOOOOOOOOOOOOM. La matrice delle motivazioni, la fonte di ogni primordiale stereotipo, l’archetipo di ogni giudizio. Se una c’ha i capelli corti, siete pronti a scommetterci l’uccellino della comare, ha sicuramente un altarino in casa con una vagina scolpita a grandezza naturale. Intenditori voi, non vi si può nascondere niente! Allora, tronfi di questa scoperta- che scoperta poi de che? – il pensiero più ardito che potete donare in beneficenza ad una sconosciuta marchiata da voi come lella, è quello di immaginarla coinvolta in faccende saffiche con la ragazza della porta accanto. E ma perché, in effetti, vogliamo mettere l’onore di essere la guest-star di un’idea erotica generata da uno sconosciuto rincoglionito che, oltre a pretendere di aver indovinato con un’occhiata il tuo orientamento sessuale, quasi quasi ti dice pure che il tuo sogno nel cassetto era fare il pompiere e il tuo filosofo preferito era Freud per le sue riflessioni sull’invidia del pene.
Signori cari, in veste di Grillo Parlante voglio darvi un umile, quasi istrionico, consiglio: in primis, rivedete seriamente gli elementi del vostro arrapamento. Digi-evolvetevi, cazzarola! Vi svelo, in più, un segreto. Simpatizzare per una chioma leggera, non fa di voi dei passivi, dico sul serio. In secundis: prendete esempio dalle donne. Alcune di noi, con l’occhio più lungo di altre, lo capiscono subito che la grandezza non è il metro di valutazione adatto per valorizzarvi. Vi pare che ve lo fanno capire con gesti inconsulti in mezzo alla strada? Semmai hanno la decenza di percularvi dopo avervi conosciuti nell’intimo.
Alessia






































































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