L’eternità di un attimo condiviso
I piaceri della vita sono semplici.
Sono fugaci.
Sono lapalissiani.
L’immagine estiva che rimane impressa nella mia mente è quella del tramonto in spiaggia.
Quando con gli amici ti riunisci, magari insieme a una chitarra e sorseggi una birra fredda.
Quando una lieve brezza accompagna i tuoi pensieri all’altare del ricordo.
Quando sciorini aneddoti in maniera rilassata.
Quando le risate sono amplificate dalla spensieratezza del momento.
Quando quegli stessi amici fanno da contraltare e tu resti immersa in quell’attimo che diventa speciale, perché paradigma di appartenenza eterna.
Perché ci sei in quel momento e sai che nessuno mai te lo può levare, perché diventa ambivalente nell’attimo in cui lo gusti e nell’indelebilità del ricordo.
Tu e quella “cosa” che rientra nell’accezione del disimpegno, si cementifica nella percezione che va contro il dovere, l’onere, il carico, il peso, in quella leggerezza dell’attimo esperito che semplicemente accade.
Perché i piaceri della vita non richiedono sforzo, ma attitudine inconsapevole, e riequilibrano la giungla della tua innata capacità di complicare, di costruire e affrontare labirinti.
Perché sono un leggero tocco in contrapposizione al peso di ogni passo successivo.
Valentina
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