Non sei tu, sono io e altri grotteschi escamotage per dirti che ora sei una piattola da estirpare

E’ comprovato. Un po’ come le potenzialità diarroiche del caffè, l’opinabile esistenza di Dio, l’effetto dell’umidità sui capelli, l’isteria da mestruo proibitivo, il durello di prima mattina. Il linguaggio del maschio, per definizione concettuale, non è difficilmente decodificabile. Anzi. E’ talvolta, oserei proferire, primitivo. Ha quel tipo di potere interpretativo che si accompagna ad un altro linguaggio, quello del corpo, inequivocabile.

Si viaggia dal perentorio “Wilma, dammi la clava” all’ammiccante “Wilma, te la do io la clava”. Eppure, mie care vagine, nonostante l’etichetta da detentrici di aforismi dal significato polivalente – sulla scia del “non ho niente” tradotto in “ti apro il culo”- esiste una situazione specifica in cui anche il maschio prova ad emulare il vostro dono naturale: quando vuole uscire da una love story. In quel momento, oberato di pressioni e guidato dall’impellenza di emergere incorrotto come ai tempi del Battesimo, il nostro temerario compagno si lascia andare alla recitazione mnemonica di alcuni versetti dal Vangelo secondo il Paraculo.

A quali amabili frasi mi riferisco? Eccone tre delle più iconiche, pronte a trascendere lo spazio-tempo. Seguirà una parafrasi simultanea delle stesse, lo scopo pedagogico che perseguo è evidente: assolvere alla funzione del grill del forno. E non mi venite a dire poi che vi s’è bruciata la dignità.

A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.

“Non sei tu, sono io. In realtà non so chi sono”: chi sei? Goku non lo sai, però presto lo scoprirai, e poi tu scomparirai. Mai sigla dei cartoni animati fu più profetica. In questo caso il nostro eroe, desideroso di vestire i panni del protagonista di Dragon Ball, non sa come dirvi che vuole sparire senza lasciare traccia. Come una scurreggia silenziosa: non si sentono ma vi regalano il fetore di un commiato struggente. In questo caso, a monte di questa confessione sofferta- interpretata con la stessa enfasi di un contendente a Forum- il vostro ormai ex fidanzato non sa come dirvi che potrebbe voler scoprire il senso della sua tribolante esistenza tra le cosce di un’altra. Due casi su tre è così, e dovete solo ringraziarli che si fermino prima di anticiparvi un copricapo esclusivo di corna di alce. Ostentare demenza, non del tutto infondata, è il metodo migliore per defilarsi da matasse aggrovigliate. Un po’ come gli opossum che si fingono morti per salvarsi il culo.

“Vorrei ma non posso”: siamo davanti ad una giustificazione che porta in superficie ricordi melliflui ed evanescenti. Come quando Giancarlo alle elementari vi diceva che sarebbe voluto venire a giocare a Monopoly a casa vostra, ma la mamma proprio non voleva. In realtà lui a casa c’aveva la play Station e il vostro merdoso gioco da tavola ve lo potevate ficcare su per il c..ondotto laringo faringeo. Chiaro, sì? Ecco, qui il nostro intrepido attante vuole accomiatarsi in maniera epica, è probabilmente un fan del Marvel Cinematic Universe e vuol far credere che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, ragion per cui non può continuare una storia romantica con voi. In questo caso l’interpretazione è immediata: c’ho di meglio da fare, vedere, esplorare. Arriba,arriba, arriba! Andale, andale!

“Non so che futuro posso offrirti”: qui il confine tra il Mago Othelma e Harry Potter è davvero sottile. In questa delicata circostanza lui, dopo 70 anni di fidanzamento, si trova davanti ad un bivio e vi sta confidando che il suo rinomato potere premonitore si sta usurando per colpa del tempo trascorso. Così, all’improvviso, se prima era convinto di potervi offrire scenari fiabeschi, amore infinito e tutte le dediche dei baci Perugina, ora non sa più se potrà farlo. Non è colpa sua però, è che voi vi meritate il meglio, un altro con un’indole magica più fresca in grado di palesarvi cosa sarete da qui al giorno della vostra dipartita. Quest’omuncolo, che per password ha “abracadabra”, si sta palesemente defecando nei boxer all’idea di lasciare gli agi del nido materno per avventurarsi in una spaventosa convivenza con voi. Guai a voi a fargli vedere il “signore degli anelli”, ha una paura folle per quei cerchi di metallo, non me lo traumatizzate, STREGHE.

Ecco, signore. Io i mezzi ve li ho dati, pensate a struggervi per le smagliature sulle mammelle, la ritenzione idrica e i peli superflui che è meglio. Di gran lunga.

Alessia

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