Resoconto di un’illusione perpetrata per generazioni:
Gli uomini dei cartoni animati e le mere illusioni.
La donna, si sa, è pleonastico definirla “rompi balle” quando decide di trincerarsi in convinzioni appannaggio di un femminismo non richiesto. Quelle classiche prese di posizione sterili che pretendono di essere legittimate solo ed esclusivamente perché di vagina dotate, con un pacchetto di sensibilità esagitate annesse. Ma, siori e siore, se esiste una casistica che mi mette nella condizione di giustificare quel sentimento di immedesimazione e di supporto empatico con le compagne del gentil sesso, quasi alla stregua di quello instauratosi con l’amica che condivide con te la stessa cellulite sul culo, è questa: gli effetti disastrosi subiti dai modelli maschili propinataci dai cartoni animati.
Orgogliosa nascitura dell’ultimo glorioso degli anni ’80, sono cresciuta nei colorati ’90. E’ in questa fase delicata, con la fiatella dei 30 sul collo, che mi sono trovata a produrre queste profonde riflessioni. Mentre ho le terga accomodate sul freddo trono di porcellana, sito favorito per le mie teorie discutibili sul senso della vita, penso alle difficoltà generali incontrate dalle femmine della mia “specie”. La ricerca di un lavoro adeguato alle proprie velleità, il balsamo per le doppie punte, l’assorbente perfetto, l’uomo dei sogni. Sull’ultima impresa, che odora di mission impossible, sono stati sprecati studi quantitativi, romanzi tragicomici, commediole alla Bridget Jones et similia. Ma ecco che, con lo stesso afflato di Barbarella D’Urso, dichiaro umilmente di aver identificato una delle cause a monte di questi scarsi risultati. Come eccellente donna di scienza quale sono, tra una cazzata proferita e l’altra pure, proviamo ad analizzare tre canonici esempi.
Mirko di Kiss Me Licia: musicista, sciupafemmine, irriverente, carismatico, tamarro. Il giovane allampanato dal capello bicolor e la voce suadente, rinuncia alla massima “ogni buco è trincea” e si redime innamorandosi della ingenua Licia. Un cambiamento che innesca fiducia nelle giovanissime menti che
compongono la platea spettatrice di questa romantica love story. Il classico modello che inficia la capacità selettiva della femmina, la quale sarà inconsciamente portata a credere che il playboy che vende intimo al negozio sotto casa, sia sinceramente intenzionato a venderle quel paio di mutande con lo scopo di vedergliele addosso dopo il matrimonio. E quando proferirà con convinzione la parola “cambierò”, ricordatevi che in realtà continuerà a pisciarvi sulla tavoletta del water, figuratevi il resto.
Abel di “Georgie”: uno dei due fratelli adottivi dell’orfanella bionda tutta struggimenti emotivi. Passionale, dedito come pochi, dal temperamento virile e geloso della donna a cui dedica tutto sé stesso. Nel manga sarà l’unico a conquistare il cuore di Georgie, strappandole una focosa notte d’amore prima di essere bonariamente fucilato. Una storia penosa che rimane degna di essere stata vissuta. Qui il tranello è automatico, il tipo rappresentato da Abel, nella vita reale, è quello che vi illude di poter dormire su 7 cuscini perché tanto amerà solo voi fino a quando la sua prostata non darà segni di squilibrio. E’ spesso la verità. In genere sono fedeli. Il problema è che la loro indole possessiva vi metterà nella condizione di sentire la classica frase perentoria: “Rosalia, vatti a cambiare”, anche se indossate una gonna a sacco che scopre appena le ginocchia. Scordatevi di avere delle minne poi, saranno destinate a soffocare sotto ignobili maglie a lupetto color cachi.
Yuri di Piccoli problemi di cuore: il biondo riflessivo dalla mente brillante e dai modi talvolta indisponenti, dal primo incontro dedica le sue curiose attenzioni alla vivace Miky, figlia della coppia con la quale i suoi genitori hanno deciso di fare change. Ma l’aitante giovanotto è esule dalle pratiche hippie dei suoi parenti, dichiarerà il suo amore alla ragazza, facendo rassegnare definitivamente l’affascinante ex fidanzata su possibili ritorni di fiamma. Il tipo Yuri è apparentemente affidabile. Soprattutto perché ha lasciato la sventola di prima, perfetta fino all’ultimo pelo accuratamente debellato, per mettersi con voi. Il problema è che se avete l’autostima di uno scarabeo stercorario e la temibile ex in questione non fa altro che ostentare il ritrovato interesse nei confronti dell’attrezzo del vostro uomo, fate prima ad allontanarvi se non siete propense a voler incolpare lui di averle scritto quel “ti amo” nel ’29 senza pensare alle conseguenze che avrebbe causato nel presente. Qualche esempio? La fame nel mondo, gli attacchi terroristici e il brufolo purulento sul mento che adorna la vostra faccia già segnata dalle notti in bianco.
Ne avete abbastanza? Sì, dai. Vi assolvo, la chiudo qui! E ricordatevi:
I cani sono i migliori compagni che potete avere. Puzzano anche di meno!
Alessia
bella preparazione !noto che i modelli sono rimasti pressocchè invariati dai miei anni 80 ai 90 e oltre….significa che sti cartoni giapponesi assurgono ormai a veri e propri classici
Meno male il modello stile Godai (ogni riferimento al sottoscritto è puramente casuale?!) timido, indeciso, pieno d dubbi e insicurezze è salvo!… Vero?!…
Riapri la classifica e inserisci subito, e al primo posto, il mio Terence… perché lui è l’unico ad incarnare i tre prototipi sopra esposti (e a mettertela nel c..o in modo superlativo SOLO all’ultima puntata…)