Tette o culo? Al masculo l’ardua sentenza definitiva

Prima ancora dello shakesperiano “essere o non essere”, del sempreverde “bionda o mora” e del corroborante “lei o mammà”, ne esiste un altro di dilemma atavico. Uno che ha segnato la capacità dell’uomo di discernere, che ha diviso la compagine testosteronica in due come Mosè aveva fatto con le acque, che ha irrimediabilmente e incondizionatamente classificato le donne in due classi: le minnute e le culute.

Per una qualche ragione oscura, nel 90% dei casi, Madre Natura se ne sbatte la ciolla della distribuzione equilibrata delle parti. Dove ti giri giri, se hai una sesta di seno, al posto del culo c’hai n’asse da stiro che camicie con le grinze ve dico levateve. E poi, per una mera questione di sadica coerenza sopracitata, se per culo hai ‘na portaerei non c’hai balconi da esibire. Manco uno spiraglio, stile bagno cieco.

Signori, si parla pur sempre per estremismi, anche perché poi c’è quella percentuale irrisoria di ninfe mitologiche che fanno della proporzione il mood della loro forma fisica perfetta. Disgraziate e caine. Ma a loro è dedicato un intero passo nella raccolta del Vangelo secondo l’antenata Giuditta: la genesi del rosicamento.

Ed è proprio qui che, inebetiti da più di due riflessioni in sequenza, i nostri maschi alpha sono messi lì, davanti ad una scelta. Una valutazione sofferta, fatta a tavolino con il loro amico di sempre, colui che guida le loro preferenze, quello dotato di spirito decisionale e capacità di giudizio: il pene.

Così, uomo e pene un giorno si svegliano e decidono da che parte stare. Uno schieramento definitivo e irreversibile, che permea il loro orientamento vita natural durante. Più discriminante di un partito politico, i Jedi e i Sith della real life, quando dichiarano l’appartenenza al team culo o tette, saranno etichettati e voi tutti, prodi ominidi, lo sapete. Lo sapete che, da quel momento in poi, avrete una taglia sulla vostra testa recitante: “dimmi da che parte stai, e ti dirò chi sei”.

A te non costa nulla. Per noi è una fonte di soddisfazione enorme.

Facciamo le persone serissime perché qui c’è una spiegazione psicologica a monte che manco i test attitudinali del “Cioè”.

Partiamo con l’identikit dell’estimatore della mammella: il minnofilo è in genere un tipo dall’aspetto mite e composto, quasi intellettuale. E’ un uomo in apparenza dalle idee chiare, tendenzialmente stabile, che ha ascoltato la vocazione primigenia conferendole un peso tale per cui la prima minna, quella della mamma, non si scorda mai. Per questa ragione, il nostro Romeo, non potrà nascondere la classica espressione fantozziana alla vista di una discreta scollatura che permette, al solco intermammario, di fare cucù. In realtà mammolino e palloso, l’unico Dio che riconosce è Pamela Anderson ai tempi di Baywatch; un incontro che lo ha ispirato a intraprendere studi di fisica per approfondire lo spostamento delle masse.

Livello perversione: un 8 sapientemente celato.
Sogno erotico ricorrente: essere allattato prima di dormire.

L’estimatore del deretano: il culofilo si presenta, sin da subito, come ironico e estroverso. Il classico tipo che fa battute talmente divertenti che ti scordi pure di ridere. Dall’indole, dice lui, virile e dall’educazione finto-maschilista (forse perché la genitrice gli ha messo la supposta fino ai 30 anni), per lui non esiste altro Dio al di fuori del culo. Un paio di chiappe sode e sporgenti, sapientemente rivelate, hanno il potere di sopperire ad una faccia equina. Attenti osservatori e denigranti eventuali difetti, sono in grado di girare la testa a 360° se per strada ne incrociano una coppia di alto lignaggio.

Livello perversione: 9 e mezzo per niente celato.
Sogno erotico ricorrente: essere protagonista di un rodeo a cavallo di un paio di bonazze level Belen Rodriguez.

Giunti al termine di questa illuminante chiacchierata, vorrei però menzionare i campioni di una squadra super partes: quelli che, col pugno sul petto e l’occhietto lucido, nel considerare superflua una simile scelta ne hanno fatta una più sapiente. Il motto? “Basta ca respirano e bafanculu”. Geni. Grazie di esistere.

Alessia

4 commenti
  1. Salvatore Brogna
    Salvatore Brogna dice:

    Sublime descrizione della ” summa divisio del genere ominide”…anche se personalmente mi definisco in maniera eccentrica un cosciofilo tendente al bafanculu dopo na certa e nu pari i cocktails…

    Rispondi
  2. Mr Kite
    Mr Kite dice:

    Perché diciamo la verità, chi ha entrambe le cose, per noi uomini diventano creature che non fanno la cacca. Il culo ha tutto il suo perché! E non basta mai, cioè, noi lo toccheremo tutto il santo giorno, apprescindere dalla bellezza, forma o colore, quando l’uomo sceglie una compagna il santo gral è il deretano. Per voi donne è un campanello d’allarme,(della serie) quando l’uomo smette di toccarvi il culo, fatevi delle domande serie! E poi il seno… Non importa la grandezza del seno, tanto noi maschietti guarderemo sempre la scollatura della collega o di una soda ventenne alla fermata dell’autobus, i capezzoli perfetti non esistono! Anche quelli strabici sono molto sorridenti! O quelli che hanno vita propria sono divertenti, per un maschietto saranno sempre dei potenziometri “tipo radio” per alzare il volume o cambiare stazione, ma rendetivi conto che gli occhi e le caviglie hanno una grande importanza… E anche vero che dopo la seconda bottiglia di vino tutto fa brodo, vige la regola “aducojocojo” però… L’amore è un altra cosa 😉 e se mi posso permettere, ogni donna ha qualcosa da farsi amare, sempre!

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