Valentina Baroffio
Mi chiamo Valentina, sono una docente precaria trentanovenne e amo scrivere.
Scrivo sempre, di tutto ciò di cui la mia attenzione – all’esterno- si nutre.
Sono attratta dai microcosmi umani che si presentano – sovente- al vaglio del mio radar. Osservo tutto – dai minimi dettagli alla dimensione generale delle cose – e lo interpreto attraverso un modo di vedere la realtà impietoso. Sono prima di tutto impietosa con la sottoscritta e recido tutto ciò che non mi convince. Questa modalità mi ha regalato la virtù della consapevolezza. D’altro canto sono un essere inquieto, una persona ingabbiata in una razionalità che rende difficile uno dei piaceri della vita, e cioè quello di lasciarsi andare.
Possiedo il dono del sarcasmo, in realtà è il mio filtro di difesa dalle intemperie che l’esistenza ti piazza davanti. Ho deciso di buttarmi, in barba alla mia tendenza a pianificare. Ho deciso di premere l’acceleratore. Ciò che ne è scaturito è un viaggio interiore di cui voglio lasciar traccia, prima di tutto per me stessa.
Alessia Lio
Alessia è una ragazza di 29 anni che, intanto, supera la pudicizia elettiva data dalla convergenza di due fattori: l’ammissione di un’identità numerica che attesta il suo livello di stagionatura e l’esposizione sconsiderata rispetto a tutta una serie di tematiche sulle quali aprire bocca a sproposito. In realtà, il
secondo punto è una plateale stronzata. Dispensare aggratis dissacrazioni varie su tipi antropologici e argomenti di comune discussione, non è un’attività verso la quale si sente refrattaria. Anzi. Nonostante sia una zelante adoratrice della religione “mi faccio li cazzi mia”, tra le sostanze nutritive indicate nella dieta giornaliera che rispetta da anni, spicca la vitamina irriverenza e l’omega 89: numero di un’annata considerevolmente fruttuosa. Forte di uno sferzante eloquio, meno che di una femminilità prorompente, si lancia di diritto in questa innocua spedizione punitiva. Le armi necessarie? Non prendersi troppo sul serio, chè arriverà il giorno in cui si avranno più rughe da dispensare che moralismi.
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